Vai al contenuto

Juventus 1993/1994

Scritto da:

Fino

In alto: Massimo Carrera, Sergio Porrini, Moreno Torricelli, Massimiliano Notari, Dino Baggio, Roberto Baggio (C), Fabrizio Ravanelli, Jürgen Kohler, Júlio César, Gianluca Vialli; Al centro: Francesco Morini (Team Manager), Antonio Conte, Francesco Baldini, Roberto Galia, Fabio Marchioro, Angelo Peruzzi, Michelangelo Rampulla, Zoran Ban, Giancarlo Marocchi, Giampaolo Boniperti (Accompagnatore); Seduti: Giuseppe Bosio (Coordinatore Staff Sanitario) Guido Rumiano (Massaggiatore), Andrea Fortunato, Angelo Di Livio, Sergio Brio (Vice Allenatore), Giovanni Trapattoni (Allenatore), Claudio Gaudino (Preparatore Atletico), Roberto Sorrentino (Preparatore Portieri) Alessandro Del Piero, Andreas Moeller, Valerio Remino (Massaggiatore), Pasquale Bergamo (Medico Sociale).

La Juventus 1993/94 è chiamata al grande salto. Dopo la prima stagione di transizione dallo champagne sfiatato al Trap e dopo la conquista della Coppa UEFA ci si aspetta dai bianconeri l’assalto definitivo alla fortezza milanista. A Torino arrivano il ruvido Sergio Porrini, il promettente tornante di sinistra Andrea Fortunato e l’inarrestabile Soldatino Di Livio. Ottimi innesti su una squadra già collaudata che tuttavia stecca subito in Coppa Italia contro il Venezia (!) e perde quasi subito Gianluca Vialli per un singolare infortunio occorso battendo un rigore (sbagliato) alla seconda di campionato contro la Roma. Presagi. La stagione è segnata, ed è segnata soprattutto dall’imminente cambio societario propiziato dal passaggio di consegne tra i fratelli Agnelli. A febbraio l’Avvocato lascia le redini a Umberto Agnelli che chiama a Torino la Triade, Moggi, Giraudo e Bettega. Tra infortuni, scommesse di mercato perse e con un allenatore ormai alla porta, i bianconeri chiudono la stagione senza acuti, eliminati dal Cagliari (!) in Coppa UEFA e surclassati ancora una volta dal Milan di Capello in campionato. Uniche note liete, il Pallone d’Oro conquistato da Roberto Baggio e l’acquisto di un talentuoso numero 10 che trascina la Primavera alla conquista del double: Torneo di Viareggio e Scudetto. Nella stagione delle cocenti sconfitte e del dramma che sul finire della stagione colpisce Andrea Fortunato, non resta che una promessa chiamata Alessandro Del Piero.