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Juventus 2021/2022

Scritto da:

Fino

In alto: Adrien Rabiot, Leonardo Bonucci, Carlo Pinsoglio, Wojciech Tomasz Szczęsny, Mattia Perin, Giorgio Chiellini, Manuel Locatelli; Al centro: Alex Sandro, Danilo, Federico Bernardeschi, Federico Chiesa, Massimiliano Allegri (Allenatore), Daniele Rugani, Dejan Kulusevski, Aaron Ramsey, Kaio Jorge; Seduti: Rodrigo Bentancur Colmán, Weston McKenny, Luca Pellegrini, Juan Cuadrado, Alvaro Morata, Matthijs de Ligt, Paulo Dybala, Arthur, Mettia De Sciglio, Moise Kean.

Alla Juve l’inizio di ogni decennio è segnato da una controrivoluzione che pone fine a rivoluzioni fallimentari quanto incomprensibili. Nell’estate 1991 il ritorno di Trapattoni ha fatto passare la sbronza alla Juve champagne di Maifredi; nel 2001 il ritorno dell’Uomo di Viareggio Marcello Lippi ha portato in salvo la Juve annegata nell’oceano perugino; nel 2011 Antonio Conte ha messo la parola fine alla grandeur del tuttofare Blanc; e infine, nell’estate 2021, il ritorno di Minnesota Max Allegri ha dissolto le nubi che si addensavano sulla Juve, sedotta dal sarrismo e frustrata dal toy boy Andrea Pirlo. Il ritorno di Max Allegri è solo la punta di un iceberg che vede un cambio nella dirigenza: il rampante direttore generale Andrea Paratici lascia dopo due anni non facili, con Daniele Cherubini che assume il ruolo di Direttore sportivo e Maurizio Arrivabene diventa Amministratore Delegato. Un nuovo inizio per la Vecchia Signora che tuttavia non riesce a rivoluzionare una rosa compromessa da due anni di Covid e dalle scelte a dir poco azzardate di Paratici. Una rosa che da un lato perde pezzi pregiati come Cristiano Ronaldo, tornato mestamente allo United, e dall’altro deve gestire un ricambio generazionale non facilissimo, tra limiti di età e rinnovi contrattuali complicati. La stagione comincia nel peggiore dei modi e nonostante i brillanti risultati in Champions League, ai primi di novembre la Juventus viaggia tra il quinto e il sesto posto, molto lontana dalla vetta e a rischio per la qualificazione in Champions League. La svolta arriva a novembre, dopo una rocambolesca vittoria contro la Fiorentina con gol del solito Jolly Cuadrado. Da lì in poi la Juve riconquista, lentamente e a fatica, punti, fiducia e posizioni. Complice l’acquisto di Dusan Vlahovic arrivato a fine gennaio dalla Fiorentina, anche per sopperire al grave infortunio subìto da Federico Chiesa. Il serbo dà fiducia all’ambiente con la sua prestanza e i suoi gol: fulminante il suo esordio in Champions contro il Villareal, pronti partenza e gol. Purtroppo non basterà alla Juve per passare il turno: la brutta figura all’Allianz Stadium nella gara di ritorno inaugura la parabola discendente di primavera. Prima l’eliminazione in Champions, poi la notizia del mancato rinnovo a Dybala che rattrista ambiente e spogliatoio. Poi la sconfitta in campionato contro l’Inter, che mette la pietra tombale sulle speranze di rimonta scudetto. Una vera mazzata perché arrivata al termine di una partita dominata dagli uomini di Allegri. Non resta che la Coppa Italia la cui filiera corta ci porta dritti dritti in finale contro l’Inter, per la rivincita dopo la sconfitta in Campionato e in Supercoppa Italiana, rimediata all’ultimo minuto dei supplementari. “La Coppa Italia se la vinci non conta, se la perdi hai fallito”, ha dichiarato Allegri alla vigilia. La Juve la perde in modo rocambolesco, ancora una volta ai supplementari, in una partita decisa dal Var con ben due rigori molto generosi per i nerazzurri. La Juve ha fallito e per la prima volta dopo dieci anni chiude con “Zeru Tituli”. Come trenta anni prima con il Trap. Al termine della gara Capitan Giorgio Chiellini annuncia il suo ritiro e chiude simbolicamente il sipario su un ciclo di dieci anni indimenticabili di vittorie.